Lettera al re del Marocco

 

 

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Caro re del Marocco

La prego di scusare questo modo che ho tanto informale di dirigermi alla sua persona.

Non ho mai scritto a un re prima d’ora. Vengo da un paese che ha un presidente, votato dal popolo messicano. Vivo in un paese dove c’è un premier che non ha votato nessuno ma c’è anche il presidente, beh lasciamo stare era solo per dire che a me le monarchie mi sono davvero estranee e visto che ho l’intenzione di essere molto sincera, le monarchie non mi piacciono proprio.

Le chiedo scusa, caro re del Marocco, se con queste mie prime parole le sto già antipatica.

In realtà questa è una lettera per complimentarmi.

Ho passato quasi un mese nel paese in cui è nato lei. Le vacanze più belle che io abbia mai fatto.

Non è la prima volta. In Marocco ci ero già stata due anni fa, e mi ero subito innamorata da questo meraviglioso paese. Tanto che appena rientrata mi sono messa a piangere alla Malpensa ( senza offesa varesini).

Ad agosto io, mio marito e dei nostri cari amici abbiamo girato tanti posti.

Prima siamo stati a Meknes, dove lei, caro re del Marocco ha due palazzi reali. M’immagino siano molto belli, lo immagino soltanto perché chiusi al pubblico, anche se occupano quasi la metà della città. Per arrivare a casa di mio marito ci passiamo di fronte all’ingresso principale.

Ogni volta penso alla noia mortale che subiscono le guardie reali che sotto il sole impietoso del Marocco devono stare lì in piedi tutto il giorno. Sembrano dei bravi ragazzi, caro re del Marocco, la vostra casa è al sicuro.

Siamo partiti alla scoperta del nord del paese. Tetouan è una regione splendida. Lei, caro re del Marocco non immagina la mia emozione al sentire che alla radio davano le notizie in spagnolo mentre perdevamo ore e ore in macchina fermi nel traffico.

Abbiamo visto delle spiagge bellissime, delle città fantastiche, pulite, perfette. Delle montagne maestose, verdi.

Caro re del Marocco, da turisti siamo sempre stati trattati benissimo anche dai numerosi poliziotti che ci fermavano ogni giorno per farci delle simpaticissime multe.

Abbiamo mangiato tante cose buone, e col perdono delle mie amiche vegetariane, abbiamo mangiato tanta di quella carne. Pensi, caro re del Marocco che abbiamo ordinato una volta 4 kili di pesce per solo noi quattro e che abbiamo quasi creato un incidente diplomatico fra l’Egitto e il Regno del Marocco per colpa delle seppie. Il tutto gestito in modo esemplare da cittadina della Monza e Brianza e nativo meknesi. Il Messico è rimasto, come sempre, neutrale.

Quando siamo arrivati a Tangeri, lì, siamo rimasti senza parole. E farò fatica anche qui a descrivere una città così. Una città con della gente bella, fuori e dentro. Con delle caffetterie meravigliose con delle panoramiche da sogno come il Cafè Hafa, che io conoscevo per una canzone di un cantautore spagnolo.

Bere il tè seduti in Marocco guardando la Spagna che si trova a pochi kilometri è una cosa inspiegabile, bellissima.

Io caro re del Marocco, voglio vivere lì. A Tangeri. Voglio avere una vecchia casa nella medina, voglio fare colazione al Cafè Tingis e poi andare al lavoro. Poi la sera voglio fare una passeggiata sul lungomare e voglio passare tutto il sabato a Ba Kacem con mio figlio.

Voglio svegliarmi tutti i giorni a Tangeri, per sempre.

Voglio passeggiare a Jamaa l’Fna a Marrakech. Voglio comprare dei gioielli berberi a Fez. Voglio festeggiare il mio compleanno a Essaouira. Voglio che mio figlio veda al meno una volta al mese sua nonna a Meknes.

Voglio fare il cuscus tutti i venerdì.

 

Sa, caro re del Marocco, un’altra cosa che vorrei…

Vorrei non vedere più i tantissimi bambini che ci sono per strada. Non voglio vederli più chiedendo l’elemosina. Non voglio vedere più dei bambini piccolissimi dormendo per strada sotto lo sguardo indifferente di francesi italiani tedeschi che si comprano le cartoline.

Non voglio più vedere quella signora che pazientemente ha aspettato che noi finissimo di mangiare per prendere i pezzetti di pane che avevamo lasciato sul tavolo.

Caro re del Marocco, lei che possiede un palazzo enorme e assurdamente lussuoso in quasi ogni grande città del paese, lei che possiede ogni grande impresa, lei che è il Re, potrebbe fare qualcosa per tutti questi bambini a volte da soli 4 anni a vendere il proprio corpo per strada?

Perché sa, loro offrono i fazzoletti, delle cartoline con scritte preghiere e parole del corano ma ci sono tanti, tantissimi, che vendono se stessi anche per 20 o 30 dirham. Con 20 dirham caro re del Marocco, ci si compra a mala pena un panino.

Caro re del Marocco, la ricchezza più grande del paese non sono soltanto i paesaggi mozzafiato. Sa la cosa che mi piace di più in assoluto del Marocco? I marocchini e le marocchine che lo popolano, perché sono giovani, belli e determinati. Sorridenti, accoglienti.

L’anno prossimo intendo passare ancora le mie vacanze là.

Caro re del Marocco, se pensa di fare qualcosa per i bambini per strada, tipo, che ne so, aprire uno dei vostri palazzi e fare un centro di accoglienza, mi chiami. Sarò la prima a dare una mano. Perché anche se il mio passaporto non è marocchino, io lo sono e ci tengo ai miei paesani.

E lei, caro re del Marocco?

 

 

 

 

 

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